UE contro iTunes Music Store?

Le Major discografiche hanno sempre avuto una certa riluttanza a vendere la musica dei propri assistiti (i cantanti) tramite internet per la paura di veder diminuiti i propri guadagni. Poi un giorno è arrivato uno che di nome faceva Steeve Jobs, era alla guida di un’azienda che rispondeva al nome di Apple Computer ed aveva il „vizietto“ di proporre soluzioni innovative nel proprio campo. Questo signore si mise in testa che era possibile vendere la musica su internet proponendo dei prezzi convenienti sia per il consumatore che per il produttore. Il produttore aveva però paura che così facendo i clienti sarebbero diminuiti perché se uno compra una canzone (o un album) e lo da alle persone che conosce è ovvio che queste persone poi non compreranno più quella canzone (o quell’album).
Allora il buon Steeve ha detto ai produttori discografici (le Major) che avrebbe potuto vendere la loro musica grazie ad un giusto compromesso che avrebbe potuto rappresentare il punto di equilibrio tra quelle che sono le libertà e gli interessi del consumatore e gli interessi dei produttori (le Major discografiche).
E‘ stato più o meno così che è nato il primo store musicale al mondo, ovvero l’iTunes Music Store. L’iTunes Music Store ha tra l’altro stimolato la nascita di altri negozi musicali on-line.

Come funziona l’iTunes Music Store ?

I brani o gli albums acquistati possono essere ascoltati, così come sono, massimo su 5 computers di proprietà e su tutti gli iPod a propria disposizione. Se si decide di riprodurre il brano acquistato su un sesto computer bisogna prima „de-autorizzare“ uno dei cinque computer precedentemente autorizzati. Se non si dovesse riuscire a de-autorizzare un computer a causa di una formattazione o rottura del disco rigido è possibile, andando nel proprio account su iTunes Music Store, de-autorizzare tutti e 5 i computers precedentemente autorizzati (credo questo sia possibile una volta l’anno). Questa soluzione consente, quindi, all’acquirente di poter ascoltare la musica acquistata, in formato digitale, su ben 5 computers e su tutti gli iPod in proprio possesso. Gli altri Store musicali adottano altri tipi di protezione dei files acquistati, ma quello adottato dal Music Store della Apple mi sembra quello più ragionevole e più equilibrato ed il fatto che i brani possono essere riprodotti, così come sono, solo sugli iPod deriva, in buona sostanza, dal fatto che le Major non vogliono che i brani possono essere oggetto di scambio tra gli utenti.

D’altro canto questi brani acquistati su iTunes Music Store possono essere anche masterizzati su un normale cd in formato CD audio (quello dei cd in vendita nei negozi, per intenderci) e da quel momento si può fare con quel cd tutto ciò che si può normalmente fare con i cd acquistati e cioè rippare (estrarre) la musica nel formato mp3 sul proprio hard disk ed ascoltarla su qualsiasi lettore mp3.

Quindi come si può facilmente intuire non ci sono limitazioni insopportabili per l’utente che acquista legalmente la propria musica sullo Store Musicale della casa di Cupertino (ricordo che ogni brano è accompagnato anche dalla propria copertina che è possibile stampare tramite iTunes).

Considerazioni
In buona sostanza Steeve Jobs ha mostrato alle lobby delle Major discografiche la via per vendere la musica on-line senza compromettere né gli interessi delle Lobby né quelli dei clienti. Ma come si sa le Lobby delle case discografiche sono ingorde e quando hanno visto che la vendita della musica on-line andava a gonfie vele hanno cercato di guadagnarci qualche soldino in più sperando di aumentare il costo di ogni singolo brano e degli album. Bene ha fatto Steeve Jobs a resistere alla pressioni delle Major rimanendo invariato il costo dei brani sul proprio Store. Questo, però, è stato possibile grazie alla formula, che si è poi rivelata vincente, trovata dal buon Steeve che lo pone in una posizione di forza rispetto alle Major discografiche.

Ora c’è qualcuno che comincia a fare pressioni per far sì che questa formula vincente, per la vendita di musica on-line, venga cambiata. Apparentemente questa iniziativa sembra che vada a favore degli utenti, ma, nei fatti, se essa dovesse andare in porto, indurrà, quasi sicuramente, le Major discografiche ad aumentare i prezzi se non addirittura a disdire qualsiasi forma di accordo con la Apple per la vendita della musica On-Line. In buona sostanza si ritornerebbe indietro perché le Lobby che girano intorno al mondo della canzone hanno dimostrato, nel tempo, con il proprio atteggiamento, di non saper vendere la musica on-line ed il fatto che la Apple sarebbe costretta a vendere la musica senza alcun tipo di protezione incuterebbe nelle case discografiche una certa paura che le potrebbe costringere quasi sicuramente all’aumento dei prezzi.

Previsioni
Prevedo che questo incoraggierà ancora di più gli utenti all’uso del P2P per scovare sui canali del file sharing la propria musica preferita. Prevedo, inoltre, che le Major faranno quasi sicuramente pressioni (è quello che sanno fare meglio perché non hanno inventiva) per inasprire ancora di più le pene per chi scarica la musica illegalmente.